Data
23 Giugno 2021
Se anche il ritornello della tua vita fa così, sappi Adele che non sei tu. È lui. Si chiama giugno ed è nato appositamente per incutere un vago senso di urgenza e farci sentire tutti più impreparati, confusi, sudati.
E la prova inconfutabile che questo stato d’animo sia universalmente condiviso, è che persino Zuckerberg si è immolato alla causa.
Mark ha velocizzato i vocali di WhatsApp per farci risparmiare minuti preziosi, da riporre nell’organizzazione di questa nuova vita soleggiata, che un po’ sa di rinascita, un po’ di cautela.Vita che abbiamo aspettato tanto ma a cui, diciamocelo, non eravamo troppo preparati.
Ma adesso respira e dimentica l’acceleratore perché le Spin-To Good News sono meglio dello Yoga (e poi fa troppo caldo pure per quello).
Come sempre, due buone notizie random come
entrée (tranquillo/a, niente insalata di riso):
1. Il lato B-ello della velocità
È vero. La velocità del tempo fa un po’ paura e forse i vocali accelerati ci fanno sentire ancora più automi. Eppure, durante la pandemia, ci siamo evoluti di 5 anni (mi raccomando: non invecchiati, evoluti). Dati a supporto per gli scettici: oltre il 55% della popolazione si è digitalizzata nel rapporto con la Pubblica Amministrazione e le vendite delle auto ibride, dal 2019, sono aumentate dal 5 al 31%.
Come racconta magistralmente Baricco, lo smartworking, la spesa online, i workout su Zoom, sono progressi che avremmo raggiunto (forse) in un lustro e che invece ora sono routine assimilate. La psicofisiologia lo chiama biofeedback: ci conferma che impariamo e ci adattiamo alle imminenze. Ci conferma che siamo straordinariamente bravi a stare al mondo.
2. Gli aperitivi digitali sono un ricordo lontano (e annacquato)
Addio assembramenti su Zoom, addio cocktail fatti in casa puntualmente senza ghiaccio, addio terribili e temibili screen di gruppo. Sono finalmente tornati gli Aperi-Spin-To veri, quelli fatti di aneddoti, cocktail non annacquati e fotografie in cui almeno il 70% dei nostri colleghi ha gli occhi aperti.
Qui in Spin-To giugno non è un mese, è uno stato d’animo:
siamo abituati a correre e riempire bagagli di esperienze da raccontare.
Tre fra tutte:
1. Eravamo al lancio dell’App della Fondazione Torino Musei
Un’applicazione gratuita che allarga i confini dei musei regalando a curiosi, appassionati e anche ai più piccoli, esperienze culturali fruibili anche da casa. Ancora una volta, la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e Reply hanno fatto incontrare arte e innovazione e noi abbiamo comunicato questo bellissimo connubio.
2. Abbiamo seguito il Go Live del nuovo sito di Dare Voce al Silenzio
Dal 2017, l’Organizzazione no profit Dare Voce al Silenzio contrasta la violenza di genere e promuove la tutela dei diritti di donne e minori. E siamo felici di aver collaborato a valorizzare ulteriormente la loro comunicazione, attraverso un nuovo sito che ne possa raccontare la storia, le attività, l’impegno.
3. Ancora una volta, eravamo al fianco del Circolo del Design
Il nostro team ufficio stampa ha raccontato Easy as a Kiss –la mostra storica sull’Interaction Design Institute di Ivrea, la scuola promossa da Olivetti dedicata all’interazione tra uomo e tecnologia – e la conferenza Humanizing Through Technology che, dal 17 al 19 giugno ha portato alle OGR Torino 34 ospiti nazionali e internazionali, che si sono confrontati sullo stato dell’arte dell’umanizzazione tecnologica.
Cose e persone che ci hanno fatto battere
il cuore o sbiancare i capelli.
1. Paxton Smith, la giovane studentessa che, alla cerimonia del suo diploma, ha scelto di usare il tempo dedicato al suo discorso per pronunciarsi contro la legge introdotta in Texas, che vieterà l’interruzione di gravidanza dopo le sei settimane, in qualsiasi circostanza. Stupro compreso.
10
Perché ci vuole coraggio per essere la voce fuori dal coro
2. La Regina Elisabetta che, a Al G7, durante la foto di rito con i serissimi presidenti delle maggiori potenze mondiali, ha esclamato: “Deve sembrare che ci stiamo divertendo?”
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Per l’ironia regale
3. L’amministrazione Biden che, per incoraggiare i giovani americani a vaccinarsi, ha avviato una campagna con le più famose app di dating, che offriranno vantaggi esclusivi agli utenti che certificano di essersi vaccinati.
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Perché questo sì che è comunicare
4. Louis Vuitton che ha ritirato dal mercato la kefiah messa in vendita sul suo sito a 705 euro. Il prodotto, simbolico copricapo palestinese, riportava il logo blasonato del brand e ricordava i colori della bandiera israeliana. Dopo numerose critiche ricevute, specialmente dopo gli ultimi drammatici avvenimenti, il brand ha capito che l’appropriazione culturale non è per nulla cool.
5
Per la leggerezza
5. Guido Barilla, il presidente dell’omonimo colosso alimentare che, in un’intervista a La Stampa, ha invitato i giovani a non fare i fannulloni, rinunciare ai sussidi e mettersi in gioco.
3
Perché si è dimenticato di tutti i giovani non fannulloni
I nostri consigli per rimanere aggiornati, divertiti e affascinati dal mondo che ci circonda (e fare bella figura se non siete ancora abbastanza abbronzati).
Tracked: con la solita geniale semplicità, i creativi Apple ci raccontano in uno spot-inseguimento cosa succede ai nostri dati, anche quando prendiamo un caffè al bar.
Qui si fa l’Italia: i giovanissimi Lorenzo Pregliasco (direttore di YouTrend) e Lorenzo Baravalle (founder e CEO di MDPtech) danno voce agli episodi salienti della storia italiana e ci dimostrano cosa sia lo storytelling, quello bello.
Fingerspelling: un gioiello di sito con cui approcciarsi alla lingua dei segni, grazie al Machine Learning che ci ricorda quanto possa essere straordinaria e utile la tecnologia canaglia.
Veleno: La vera storia dei Diavoli della Bassa modenese, già diventata un podcast di successo, magistralmente trasformata in serie TV dal regista Hugo Berkeley.
E anche così, non smette di stupire.
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